Sinopsis
Educazione popolare
Leonardo e Geltrude è, probabilmente, l’opera maggiormente conosciuta di Pestalozzi ed è uno dei grandi romanzi pedagogici del romanticismo. Per i suoi contenuti e la sua forza morale, è paragonato ai Promessi Sposi di Alessandro Manzoni così come al Wilhem Meister di Goethe. Pestalozzi si propone di elevare, per mezzo dell’educazione, le classi disagiate e derelitte alla coscienza della propria umanità, acquistando dignità grazie all’istruzione e al lavoro.
Protagonisti sono Leonardo, un muratore, e la sua coraggiosa moglie Geltrude, simbolo della dimensione familiare e materna. Geltrude, ispirata, comprende subito che per la soluzione dei problemi sociali che affliggono il villaggio di Bonnal, è necessaria la collaborazione di tutti.
Rivolgendosi al feudatario, denunciando i soprusi del podestà, chiedendo la collaborazione del pastore, Geltrude coinvolge l’intero villaggio in un cammino di redenzione, miglioramento e salvezza.
Nel terzo libro, Pestalozzi ci offre un quadro dettagliato e preciso delle sua idee pedagogiche, facendo in modo che i notabili del villaggio prendano consapevolezza del fatto che la qualità della vita del popolo può migliorare solo a patto di provvedere alla sua educazione, di migliorare le condizioni della vita materiale e di avviare un processo di razionalizzazione del lavoro manifatturiero. Questo compito viene affidato a Glüphi, un ex-tenente ora a riposo a causa delle ferite di guerra, che sostituisce l'anziano maestro e avvia un progetto di riforma dell'educazione. L'obiettivo di Glüphi è il raccordo tra istruzione e lavoro: perseguendo tale finalità, progetta un sistema di educazione incentrato sulla tessitura, così come gli viene consigliato dalla volenterosa Geltrude. Nasce una scuola a tempo pieno in cui i bambini imparano a contare stando al telaio, inoltre la lettura e la scrittura saranno apprese in modo attivo, grazie a innovativi materiali didattici costruiti da Glüphi stesso.
L’autore
Pedagogista svizzero (1746-1727), nato a Zurigo da una famiglia di origine italiana, è stato uno dei più importanti pedagogisti, educatori e riformatori del sistema scolastico dell’epoca illuministico-romantica. P. intende l’educazione come libera e spontanea formazione della personalità del bambino, che lo deve guidare alla luce di una coscienza morale e religiosa verso la società e la vita. Secondo il suo metodo, i bambini devono essere istruiti con attività concrete e con le realtà oggettive e devono essere lasciati liberi di perseguire i propri interessi e di ricavare le proprie conclusioni dai concetti che gli vengono presentati. Fonda e dirige numerose scuole convinto che la didattica è l’arte di agevolare l’apprendimento, operando sulla mente del fanciullo con elementi presi dalla realtà.
La sua didattica “puerocentrica” e concreta aveva come obiettivo la preparazione dell’individuo all’uso libero ed integrale di tutte le facoltà per diventare utile alla società sviluppando, in anticipo su molti altri pedagogisti, una educazione olistica centrata sulla dimensione intellettuale (mente), etica (la formazione del “cuore”), tecnica (formazione della “mano”).